Ayamonte, sorrisi di frontiera

La cosa che più mi piace dell’Andalusia è l’uso abbondante delle palme. Alte e slanciate, regalano a giardini e aiuole eleganza e signorilità. Anche Ayamonte non è da meno, e all’entrata in paese mi accoglie un viale di palme che corre rapido lungo la riva del Guadiana. Benvenuta nella punta estrema di Andalusia. Eh sì, perché quello che si vede di là dal fiume, che si raggiunge con dieci minuti di battello, altro non è che il Portogallo, l’Algarve.

Ayamonte, famosa in tutta Spagna per le sue fabbriche di conserve di pesce, è un gioiellino grazioso che nasconde ad ogni angolo storie e leggende legate al mare, ai santi e alle feste patronali. E quella allegria, quella bontà tipicamente andalusa si respira anche tra le stradine di questo paesino; ve ne accorgerete quando incontrerete un adorabile anziano signore pronto a descriverti con semplicità vita, morte e miracoli della sua terra. Scoprirete così la storia rocambolesca della Virgen de las Angustias pescata tra le acque portoghesi e celebrata con una grande festa l’8 di settembre. Sbalorditi ammirerete tesori, ori preziosi, gioielli e abiti finemente decorati: regali e donazioni di fedeli cittadini.

E dopo una passeggiata nel centro, tra piazze decorate con azulejos e palme, salite su in alto nel barrio antico della città. Qui il Parador de Ayamonte, hotel di lusso, vi regalerà un’incantevole vista. Il sole alto nel cielo illumina il fiume che lentamente sfocia nell’Oceano, e vi sembrerà quasi un’ingiustizia, una terribile ingiustizia delle latitudini, che siano già le nove di sera ma non vi sia alcuna traccia di luna e stelle in cielo.

 

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