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Quando il vocabolario sbaglia

Porto con me sempre in tasca un vocabolario italiano-spagnolo, così ieri quando i professori mi invitarono a pranzo in un posto dove a detta loro si mangiavano le migliori “gambas” della città, ho subito tirato fuori il mio dizionario.

Gamba, cavalletta. Basita, stupita e schifata, non sapevo come fare. Erano tutti felici delle loro “gambas” che non me la sentivo di dire loro che mi faceva rabbrividire solo l’idea.

Quando, finalmente a sedere, il cameriere ci porta il piatto di gamberetti sotto sale e scopro che sono quelle le famose “gambas”, tiro non uno, ma un monton di sospiri di sollievo… Dannato vocabolario!

I falsi amici esistono anche a Sevilla!

Per non passare circa tre quarti d’ora davanti agli scaffali dell’olio al supermercato, chiedendosi perchè in Spagna non usino l’olio ma l’aceite, è bene sempre tenere in tasca un piccolo dizionario. Ecco, io non l’ho fatto!

Se solo avessi avuto un dizionario avrei prontamente scoperto che aceite è l’olio d’oliva, mentre il vinagre è il nostro aceto. Avrei così risparmiato di sbuffare inutilmente e guadagnato tempo sulla spesa…

Le arance e le palme e il sole

I colori erano quelli di un quadro. La piazza era piena di gente, ma nessun grido e nessun rumore, se non il suono di una chitarra lontana.

Siviglia, Plaza del Triumpho: ai piedi della Cattedrale e con gli occhi sull’Alcazar… Pensavo a un sogno, dal sapore di arance e dal colore del sole. La città riserva delle sorprese continue, e non puoi far altro che innamorarti.

Non puoi far altro che innamorarti del paseo sul Rio, dei colori di Plaza España, della maestosità della Giralda, e della tranquillità e della pace che contraddistingue la città e i suoi abitanti.

Il miglior modo per conoscerla? Io mi sono persa, senza cartina e senza guida per una volta, tra le stradine del centro tra la cattedrale, l’Avenida San Francisco e la Plaza Nueva.