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Viaggio a tappe in Andalusia: il Puente Romano di Córdoba

E’ l’istinto di sopravvivenza che mi guida sempre verso l’acqua. Sin da piccola sono cresciuta tra le stradine salate del porto: vedevo partire i pescherecci, avevo un amico immaginario che di notte diventava un gabbiano e mangiavo poco e solo ed esclusivamente a sedere sul moletto del porto dietro al ristorante di famiglia. Dunque credo sia tutto normale: l’acqua, i fiumi e i mari mi riportano a casa.

Così uscita dalla Mezquita, lo vedo subito da lontano: il Puente Romano di Córdoba è lì, forte e robusto con le sue arcate antiche rimaneggiate da una mano un po’ troppo moderna. E così la giornata si conclude con la vista del Guadalquivir, un sospiro di sollievo e una passeggiata sul ponte, quasi un rito che mi obbliga ad ammirare la Mezquita da lontano.

Da qui, immobile, osservo Córdoba all’imbrunire quando si alza una brezza benevola e la città lentamente saluta la calura e scende nelle botteghe in piazza, dischiude i suoi giardini incantati e addobba i suoi balconi con profumati origami.

Siviglia, il ritorno

E’ incredibile come tornare là dove hai lasciato un pezzettino di cuore possa provocare un tale mal di pancia. Siviglia mi ha accolta il 6 di gennaio scorso, con un’enorme valigia da emigrante.

Mi ha accolta con il sole, le palme e gli alberi ricchi di arance. Mi ha dato una casa vicino alla storica fabbrica della birra più famosa dell’Andalusia, mi ha dato un lavoro in una ridente scuola di provincia, e mi ha regalato amici dal cuore d’oro. Mi ha insegnato a ballare e a santificare ogni giorno di festa. Mi ha fatto sentire importante, mi ha viziata e coccolata dal primo momento, lasciando dentro di me parte di questa incredibile città.

Ora torno, e sto vivendo queste ore che mi separano in uno stato di agitazione, che succederà? Cosa riserverà ancora una volta questa magica città per stupirmi? Ma soprattutto, tornerò?

Macerata Ospitale

A Macerata sono legata affettivamente, ho imparato i modi di dire ancora prima di conoscere la città. Ho scoperto questa terra tre anni fa in occasione di Cantine Aperte, quando con tre amiche ci siamo avventurate tra enoteche e tenute vinicole alla scoperte delle splendide colline marchigiane.

Ma fino a quest’estate non mi ero mai arrampicata su per la città. E allora Macerata, difesa da strade con ripidi scalini, ha sfoderato le sue armi migliori: lo Sferisterio e il doloroso canto di Violetta mi hanno rapita.

Ora ci torno, l’8 settembre, per il Festival Macerata Ospitale, organizzato dall’Adam. Una rassegna che arricchirà l’intero mese con spettacoli e eventi gratuiti, filo conduttore l’arte in ogni sua forma e declinazione. Musica, teatro, pittura saranno i protagonisti dei cortili, dei palazzi, dei musei e dei teatri della città. Spazi che la gentile Macerata offre ai suoi visitatori curiosi; e chiaramente lo fa con grande ospitalità.

L’amicizia nella campagna toscana

Quando tre amiche si riuniscono per festeggiare una quarta, non può non venire fuori qualcosa di meraviglioso. E se l’amicizia fa rima con relax, buon cibo e ottimo vino, allora datemi un pizzicotto che sto sognando!

Tra i boschi del Casentino, a Poppi, il Resort Tre Baroni è divenuto ottimo alleato delle quattro, che han deciso di vivere un giorno da principesse, lontano dal caos estivo. Ciliegina sulla torta per un weekend incantato: la tecnologia in questo paradiso non ha trovato campo, via telefoni, smartphone e qualsiasi tipo di diavoleria moderna.

E se la notte diventa magica, e l’antico borgo medievale si anima e apre le sue case a vini tipici e degustazioni, all’ombra del maestoso Castello dei Conti Guidi, è proprio allora che penserai che il dipinto sia così perfetto e la magia darà il braccio a risate e scherzi, come solo quattro amiche sanno fare.

Un rebus con Sevilla nel cuore

Flamenco, azulejos e corrida: questi i simboli di Siviglia nel mondo.
Ma ce n’è uno dotto e di classe che sottile e di soppiatto si infila ovunque. Un rebus delicato che si porta stretto la sua Siviglia.

E’ una storia antica che si perde nella notte dei tempi, e parla di re, principi ereditari e lotte dinastiche. Era il 1282 quando Alfonso X, per sfuggire ad una terribile guerra che avrebbe sancito il diritto alla corona per il figlio Sancho IV, trova rifugio nella bella e calda  città andalusa che per sempre gli resterà fedele. E così Siviglia e la sua bandiera dall’anno successivo saranno ricoperti dal NO8DO.

L’otto tra le due sillabe non è altro che un rocchetto di filo, in castigliano madeja, e la figura si legge: “no-madeja-do”, rappresentando così la tipica espressione sivigliana No me ha dejado, non mi ha abbandonato…

La magia dell’Alcázar

Confesso che non lo sapevo. Non sapevo di aver un luogo magico così vicino a casa. Chiunque è pronto a spendere parole sull’Alhambra di Granada e la mia guida, fedele compagna, questa volta non mi ha aiutato.

Posso dire con certezza che non ho mai visto una tale meraviglia come l’Alcázar di Siviglia. Un intrico di stanze, giardini colorati, mosaici e fontanelle: uno spettacolo per gli occhi e per l’anima.

Come non perdere l’orientamento alzando gli occhi verso l’enorme cupola dorata del Salon de Embajadores, come non rimanere incantati dagli arabeschi e dai disegni del Patio de la Muñeca, quasi dei pizzi e dei merletti, come non sentirsi abbagliati dai colori vivi e accesi degli azulejos…

Un luogo che racconta la storia di re e regine, di naviganti e poeti, nella incantevole cornice di Sevilla.

Una comida divertente a Madrid

Tutti conoscono a Madrid il bellissimo ed elegante Mercado de San Miguel, pochi conoscono il Mercado San Anton, nel Barrio Chueca. Bello, economico e divertente.

Se a piano terra incontrerete un comune mercato, alla primera planta troverete tutto quello che desiderate mangiare. Sushi, tortilla de patata, empanada gallega, patè d’oca e fois gras… E un pasto non è un pasto qua in Spagna, se manca la cerveza, ospite fisso ad ogni tavolata!

E così, finirete ad assaggiare un po’ di tutto, aggirandovi per gli stand gastronomici con i vostri piattini, scegliendo e degustando prelibatezze e leccornie preparate per voi al momento. Una delizia per il palato e una gioia per gli occhi.

Il comandamento dell’Andalusia

Non dimenticarti mai di onorare le feste. E’ il comandamento dell’Andalusia, che mi hanno insegnato fin dal primo giorno, mettendomi in mano il calendario delle festività.

Il 28 febbraio è il “Dia de la Andalusia”, dal 2 all’8 aprile è festa: la Semana Santa, e poi c’è la Feria a fine aprile, insomma ogni occasione è buona per mangiare, bere e ballare. E qua lo fanno in grande stile.

E se si sposa tuo fratello, dovrai subito correre a comprarti uno dei bellissimi vestiti da cerimonia che illuminano le vetrine di calle Cuna (la via della fiesta)… Mentre le amiche sorseggiano vino bianco, comodamente adagiate su divani bianchi, tu sfili davanti allo specchio vestita di tulle e trine, come una novella principessa, mentre la commessa si affanna a ricoprirti di pizzi e di rose i capelli… Un altro mondo, provare per credere!

Sevilla e la Cruzcampo

Destino, caso o fatalità, il mio indirizzo qua a Sevilla porta il nome di una delle birre più famose di tutta la Spagna: Avenida La Cruz del Campo. L’antica fabbrica, in tipico stile andaluso si trova proprio a pochi passi da casa mia.

Una storia colorata di rosso e giallo, come la bandiera di questa terra, un nome che porta dentro una religiosità vera e genuina che fa parte della vita quotidiana di ogni abitante: La CruzCampo è la birra per eccellenza di tutti gli Andalusi.

Il vecchio edificio, che sorge nel quartiere di Nervion, all’incrocio tra Av. La Cruz del Campo e Av. de Andalucia, deve essere una tappa obbligatoria per tutti gli amanti di birra: fatelo in onore delle numerose cañas (bicchieri di birra) che berrete nei bar della città per poco più di due euro…! E non dimenticate di notare la croce, che ancora sorge a fianco dello stabilimento: l’ultima stazione della Via Crucis, posta, un tempo, fuori città, che ha regalato il suo nome alla famosa cerveza.

Le arance e le palme e il sole

I colori erano quelli di un quadro. La piazza era piena di gente, ma nessun grido e nessun rumore, se non il suono di una chitarra lontana.

Siviglia, Plaza del Triumpho: ai piedi della Cattedrale e con gli occhi sull’Alcazar… Pensavo a un sogno, dal sapore di arance e dal colore del sole. La città riserva delle sorprese continue, e non puoi far altro che innamorarti.

Non puoi far altro che innamorarti del paseo sul Rio, dei colori di Plaza España, della maestosità della Giralda, e della tranquillità e della pace che contraddistingue la città e i suoi abitanti.

Il miglior modo per conoscerla? Io mi sono persa, senza cartina e senza guida per una volta, tra le stradine del centro tra la cattedrale, l’Avenida San Francisco e la Plaza Nueva.