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La Spagna on the Road con Borghiamo

Non si può sempre vivere con un cuore dentro ad una valigia, ogni tanto è bene fermarsi e chiedere ad altri viaggiatori in dono un piccolo sogno. E’ il destino di noi anime in pena, stanche di cercare vecchie foto di viaggi lontani e di giocare a #facendofintadiesserelì: domandiamo aiuto ai nostri compagni di viaggio. E così si trovano amici lontani e si scoprono nuove storie. Come quella di Federica e Giuseppe e del loro Borghiamo, dai borghi alle spa con amore.

Un viaggio senza limiti, un viaggio di coppia, un’esperienza di amore e avventura. Ci sono tutti gli ingredienti per volare con i due verso nuove mete lontane, paesaggi esotici, montagne innevate e spiagge bollenti.

E qual è la prossima tappa? Borghiamo ha aperto una sfida, ha coinvolto altri amici, li ha radunati intorno a un tavolo e ha pianificato la sua, la nostra, SpagnaOnTheRoad.

Un percorso attraverso i colori, le musiche e i sapori di una terra straordinaria. Da Madrid a Toledo, da a Valencia e Alicante, da Murcia fino alla magia dell’Andalusia. E oggi un semplice augurio: che il vostro viaggio sia inizio e occasione per scoprire sorprese e tradizioni di un popolo ospitale. Che possiate innamoravi di plaza Mayor a Madrid, che possiate rimanere senza fiato di fronte alla bellezza di Cuenca e che possiate trovare ristoro ai vostri cuori tra gli smalti andalusi di giardini segreti.

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Di Barcellona, antibiotici e primi amori

Cronaca di un viaggio sgangherato, il primo viaggio sgangherato

I miei bambini sono sempre curiosi, soprattutto la classe di otto anni. Mi riempiono di domande, mi chiedono aneddoti sulla mia vita, sull’Italia, sulla pasta e sul clima. Quando li voglio far ridere fino alle lacrime porto in classe una foto del mare di Rimini con la neve, c’è sempre qualcuno che puntualmente mi chiede: Ma signorina l’ha disegnato lei??

Un giorno nel bel mezzo di una noiosissima lezione sugli aggettivi, un nanetto alza la mano, strano non lo fanno mai, e mi domanda curioso: Di preciso, quando ha iniziato a piacerle la Spagna?? Totalmente fuori tempo e per questo si beccò uno di quegli sguardi truci nonèilmomentoorapensagliaggettivi, ma poi sul treno che da Dos Hermanas mi riporta a Sevilla non ho fatto altro che pensare a quel primo viaggio in Spagna, era il 2006 e con due amiche partimmo da Bologna alla volta di Barcellona, fu il nostro primo viaggio sgangherato. Sgangherato perché allora non c’erano i voli per Barcellona low cost, non c’era booking o trip advisor ad aiutarci ma solo il nostro istinto. Ma soprattutto perché le vere sgangherate eravamo noi che partimmo ognuna con i nostri mali, il cuore a pezzi, un febbrone da cavallo e quantitativi di antibiotici nella valigia. Ma furono quattro giorni splendidi e fu lì che mi innamorai della Spagna e dei suoi colori.

Un primo amore che porto nel cuore, una Barcellona teatrale e bizzarra dal cielo azzurro e dall’accento italiano, un ricordo che si confonde tra i colori e i sapori del Mercato della Boqueria e lo stupore nel perdersi tra i vicoletti del Barri Gòtic della Ciutat Vella. Ricordo fosse Pasqua e le panetterie vendevano il dolce tipico pasquale la Mona e agli angoli delle strade non mancavano spettacoli, canti e balli improvvisati.

Quel viaggio fu il tipico viaggio da turiste imbottite di antibiotici e con al collo una macchina fotografica. Percorremmo Las Ramblas una ventina di volte, arrivammo fino al mare e alla spiaggia. Scoprimmo Gaudì e le sue opere, rimanemmo senza fiato di fronte alla bellezza di una Barcellona vista dall’alto del monte Tibidabo e ci riposammo sulle scalinate del Museu Nacional d’Art de Catalunya mentre una splendida Plaça d’Espanya al tramonto si stendeva sotto i nostri piedi.

Sono ritornata a Barcellona e ho cercato di ripercorrere Las Ramblas con quella stessa curiosità ingenua di quel lontano e sgangherato viaggio. Vi dirò di più, mi sono spinta verso La Barceloneta e ho ricercato quel ristorante raffinato ed elegante che ci consigliò il gestore del nostro hotel e dove rompemmo le nostre prime croste di una squisita crema catalanaE mi innamorai, ancora una volta.

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La Pasqua a Siviglia

E’ uno spettacolo a cui occhi mortali a stento crederanno. La Semana Santa a Siviglia è una festa religiosa, ma pur sempre una grande e unica festa che si svolge per le strade della città. L’odore dell’incenso si mescola al sapore della birra venduta dagli ambulanti, i canti religiosi lasciano il posto a musiche trionfali suonate dalla banda e le immaginette sacre diventano l’involucro di dolci caramelle.

Non c’è nulla di dissacrante, tutt’altro non ho mai visto e respirato una religiosità più vera e autentica che a Siviglia durante la Semana Santa. Capita di vedere gli occhi bagnati dalle lacrime, capita di udire urla di gioia al passaggio della Virgen e un silenzio surreale quando a sfilare è il paso della Passione di Cristo.

I nazarenos con i loro cappucci colorati poi rappresentano quanto di più lontano esista per noi, se intravediamo pure i piedi nudi, un brivido ci percorrere la schiena. Una tradizione spirituale che affonda le radici nella notte dei tempi ma ancora viva e sentita da tutti i sivigliani.

E io che all’inizio mi meravigliavo del fatto che il giovedì santo ci fossero i supermercati chiusi, ora inizio a capire il grande lavoro e l’impegno che ogni persona mette per la realizzazione di questa festa. La consiglio; consiglio a chiunque di prendere e partire per Siviglia questa Pasqua 2013 e vedere con i propri occhi quell’immenso tappeto fiorito su cui si erge la statua della Virgen o un nazareno che da solo si dirige verso la sua chiesa e chissà che anche voi non riusciate ad emozionarvi…

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Siviglia, il ritorno

E’ incredibile come tornare là dove hai lasciato un pezzettino di cuore possa provocare un tale mal di pancia. Siviglia mi ha accolta il 6 di gennaio scorso, con un’enorme valigia da emigrante.

Mi ha accolta con il sole, le palme e gli alberi ricchi di arance. Mi ha dato una casa vicino alla storica fabbrica della birra più famosa dell’Andalusia, mi ha dato un lavoro in una ridente scuola di provincia, e mi ha regalato amici dal cuore d’oro. Mi ha insegnato a ballare e a santificare ogni giorno di festa. Mi ha fatto sentire importante, mi ha viziata e coccolata dal primo momento, lasciando dentro di me parte di questa incredibile città.

Ora torno, e sto vivendo queste ore che mi separano in uno stato di agitazione, che succederà? Cosa riserverà ancora una volta questa magica città per stupirmi? Ma soprattutto, tornerò?

Una romanticheria

Ogni tanto è bene concedersi una romanticheria, soprattutto se si è lontani da casa e dagli affetti di ogni giorno. Capo Trafalgar serve a questo. Nella città di Barbate, vicino a Cadiz, un tombolo di terra corre verso il mare, in mezzo a una duna lunare. Una favola che si anima al tramonto, quando il sole rosso saluta e se ne va.

A bailar sevillana: Feria de Abril

Il suono dei bracciali che tintinnano in autobus, una miriade di fiori colorati, negozi e bar deserti… Così inizia la Feria de Abril, puntuale come ogni anno, due settimane dopo la Semana Santa e Sevilla tra una jarra de rebujito e una tapita de jamón è pronta a dare il via a una settimana di festeggiamenti.

Non avevo idea di cosa fosse, ma mi è bastato un solo minuto per rimanere letteralmente senza parole. L’intera città si trasferisce all’interno del recinto feriale, con tanto di entrata trionfale, lucine e strade di albero (una particolare terra rossa in grado di macchiare qualsiasi cosa) per passare una settimana all’insegna dell’allegria.

E in un turbinio di danze eleganti e sensuali, tra gli innumerevoli colori di balze e frappe delle gitane, l’odore forte dei cavalli sembra quasi di essere trasportati in un tempo antico e lontano. In una terra dove non esistono telefono e automobili, dove le donne tengono da parte abiti eleganti per il dì di festa e dove ancora, per fortuna, esistono cavalieri che ti invitano a ballare…

Uno stupore continuo

Vivo qua da più di due mesi e continuo a rimanere stupita. Ogni angolo della città mi lascia senza fiato. Mi sono avventurata nel Parque de Maria Luisa e ho scoperto un universo naturale… Pappagalli, specchi d’acqua, e fantastiche panchine dipinte e colorate dove riposare all’ombra. E come per magia si apre una piazza, si intravede un padiglione dallo stile coloniale, e l’occhio si perde tra fontane e palme.

Un rebus con Sevilla nel cuore

Flamenco, azulejos e corrida: questi i simboli di Siviglia nel mondo.
Ma ce n’è uno dotto e di classe che sottile e di soppiatto si infila ovunque. Un rebus delicato che si porta stretto la sua Siviglia.

E’ una storia antica che si perde nella notte dei tempi, e parla di re, principi ereditari e lotte dinastiche. Era il 1282 quando Alfonso X, per sfuggire ad una terribile guerra che avrebbe sancito il diritto alla corona per il figlio Sancho IV, trova rifugio nella bella e calda  città andalusa che per sempre gli resterà fedele. E così Siviglia e la sua bandiera dall’anno successivo saranno ricoperti dal NO8DO.

L’otto tra le due sillabe non è altro che un rocchetto di filo, in castigliano madeja, e la figura si legge: “no-madeja-do”, rappresentando così la tipica espressione sivigliana No me ha dejado, non mi ha abbandonato…

La magia dell’Alcázar

Confesso che non lo sapevo. Non sapevo di aver un luogo magico così vicino a casa. Chiunque è pronto a spendere parole sull’Alhambra di Granada e la mia guida, fedele compagna, questa volta non mi ha aiutato.

Posso dire con certezza che non ho mai visto una tale meraviglia come l’Alcázar di Siviglia. Un intrico di stanze, giardini colorati, mosaici e fontanelle: uno spettacolo per gli occhi e per l’anima.

Come non perdere l’orientamento alzando gli occhi verso l’enorme cupola dorata del Salon de Embajadores, come non rimanere incantati dagli arabeschi e dai disegni del Patio de la Muñeca, quasi dei pizzi e dei merletti, come non sentirsi abbagliati dai colori vivi e accesi degli azulejos…

Un luogo che racconta la storia di re e regine, di naviganti e poeti, nella incantevole cornice di Sevilla.

Una comida divertente a Madrid

Tutti conoscono a Madrid il bellissimo ed elegante Mercado de San Miguel, pochi conoscono il Mercado San Anton, nel Barrio Chueca. Bello, economico e divertente.

Se a piano terra incontrerete un comune mercato, alla primera planta troverete tutto quello che desiderate mangiare. Sushi, tortilla de patata, empanada gallega, patè d’oca e fois gras… E un pasto non è un pasto qua in Spagna, se manca la cerveza, ospite fisso ad ogni tavolata!

E così, finirete ad assaggiare un po’ di tutto, aggirandovi per gli stand gastronomici con i vostri piattini, scegliendo e degustando prelibatezze e leccornie preparate per voi al momento. Una delizia per il palato e una gioia per gli occhi.