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La valigia sotto il letto

Sono tornata a casa e sono diventata sedentaria. Ho messo l’animo vagabondo nella valigia, l’ho chiusa con la zip e l’ho messa sotto il letto. L’ho fatto per un solo motivo: provare se quell’idea che fin da bambina costringeva schiere di peluche e barbie ad ascoltare lezioni inventate e scritte su una lavagna era veramente quello che volevo fare.

Una strana congiuntura storica ha fatto sì che le graduatorie si esaurissero, alla stazione di Roma Termini di ritorno da Ibiza io rispondessi “sì sono disponibile” alla mail e il giorno dopo ero già in cattedra. Terrorizzata e con più di 20 paia di occhi che mi fissavano e si chiedevano: “Che sia una nuova alunna??”.

Così è iniziata un’avventura. Insegno geografia e storia, le materie più  snobbate di sempre perché sono orali, perché quando c’è da studiare allora significa che non ci sono i compiti e perché in fondo la prof. di storia e geografia non ha mai fatto paura a nessuno.

Sono ormai alla fine e il bilancio è: gastrite, molto forte, aumento di capelli bianchi, stanchezza…

 

Così scrivevo l’anno scorso, più o meno di questi tempi, cercando di mettere sulla carta le impressioni del primo anno da insegnante. Poi probabilmente i pacchi di compiti, una lezione da preparare, mi hanno riportato alla realtà e questo post è rimasto così, sospeso.

Penso che non vi sia un aggettivo più adatto a definire la mia condizione di questo momento come “sospeso”. Sì, perché a un anno di distanza all’incirca le insicurezze sono sempre più o meno le stesse. Anzi, forse sono aumentate. Perché le leggi cambiano, ma io, classe ’86, appartengo alla generazione di Cernobyl e purtroppo sono esclusa dal cambiamento. I due meravigliosi anni dedicati ad insegnare nella scuola pubblica italiano, storia e geografia potrebbero essere spazzati via con un colpo di spugna dalla fantomatica riforma della Buona Scuola del nostro sedicente Premier Matteo.

Ma Mindy, abbandonato e bistrattato, è da sempre stato un angolo di cose belle, di ricordi e profumi andalusi, e se davvero a settembre non sarò più in cattedra forse sarà giunta l’ora di togliere la polvere dal trolley rosso e comprare un nuovo biglietto…

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