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Una serata a Venezia

Ogni volta che vado a Venezia non posso fare a meno di pensare a che la città sia un pesce (cfr Tiziano Scarpa Venezia è un pesce). Così, quando la ferrovia corre in mezzo all’acqua immagino di entrare dentro una grande balena. Come in una di quelle bolle che ti regalano da bambino e che capovolgi per far scendere la neve, Venezia ogni volta mi accoglie misteriosa e piena di fascino. E ogni giorno spalanca le porte a turisti, si lascia fotografare paziente aspettando l’arrivo della sera, quando finalmente tra il buio delle strette calli potrà dispiegare tutta la sua bellezza ed eleganza.

E allora prendi una serata qualsiasi, metti un francese e due italiane a sedere al tavolo di una graziosa osteria in Campo Santa Margherita, e avrai set e protagonisti di una divertente commedia. E quale sarà l’argomento principale? Ma il cibo ovviamente, anche di fronte alle ottime sarde in saor, a seppie con la polenta e al carpaccio di tonno. Una conversazione delicata, ironica combattuta a suon di formaggi, vini e verdure.

Sulla strada del ritorno poi sarà un piccolo ponte o una lucina riflessa nell’acqua a farti innamorare di una serata come tante in una città garbata dove sembra che il cuore batta più forte.

Le arance e le palme e il sole

I colori erano quelli di un quadro. La piazza era piena di gente, ma nessun grido e nessun rumore, se non il suono di una chitarra lontana.

Siviglia, Plaza del Triumpho: ai piedi della Cattedrale e con gli occhi sull’Alcazar… Pensavo a un sogno, dal sapore di arance e dal colore del sole. La città riserva delle sorprese continue, e non puoi far altro che innamorarti.

Non puoi far altro che innamorarti del paseo sul Rio, dei colori di Plaza España, della maestosità della Giralda, e della tranquillità e della pace che contraddistingue la città e i suoi abitanti.

Il miglior modo per conoscerla? Io mi sono persa, senza cartina e senza guida per una volta, tra le stradine del centro tra la cattedrale, l’Avenida San Francisco e la Plaza Nueva.

Coming soon: Sevilla!

Ho già una valigia in mano e sono già pronta a ripartire.
Una nuova meta, una nuova terra, usi e costumi da scoprire e una lingua con cui cimentarsi.

L’Andalusia: i colori del flamenco, il calore del sole e i contrasti di un luogo lontano, quasi esotico che ha visto sfidarsi culture e tradizioni diverse. E Sevilla, che porta i segni di un passato che ancora vive nascosto tra le bellezze della città, diventerà la mia casa, per cinque mesi…