"Faccio cose, vedo gente, mi muovo... Conosco". Mindy: diario di una piccola viaggiatrice a spasso per il mondo

Siviglia, il ritorno

E’ incredibile come tornare là dove hai lasciato un pezzettino di cuore possa provocare un tale mal di pancia. Siviglia mi ha accolta il 6 di gennaio scorso, con un’enorme valigia da emigrante.

Mi ha accolta con il sole, le palme e gli alberi ricchi di arance. Mi ha dato una casa vicino alla storica fabbrica della birra più famosa dell’Andalusia, mi ha dato un lavoro in una ridente scuola di provincia, e mi ha regalato amici dal cuore d’oro. Mi ha insegnato a ballare e a santificare ogni giorno di festa. Mi ha fatto sentire importante, mi ha viziata e coccolata dal primo momento, lasciando dentro di me parte di questa incredibile città.

Ora torno, e sto vivendo queste ore che mi separano in uno stato di agitazione, che succederà? Cosa riserverà ancora una volta questa magica città per stupirmi? Ma soprattutto, tornerò?

Venezia: Scuola Grande di San Rocco

Non esiste niente di più conosciuto dai veneziani che le sirene che annunciano l’acqua alta. E domenica 11 novembre 2012 Venezia si è svegliata alle 7 del mattino, e io con lei. Ero emozionata e avevo già preparato ai piedi del letto degli stivali in gomma maculati. Ma tutto mi sarei aspettata quella domenica mattina tranne di incorrere nella sesta acqua alta della storia. La marea ha raggiunto i 149 centimetri incurante di tutto e tutti.

E chiedere “rifugio” alla Scuola Grande di San Rocco mi è sembrato quasi un obbligo. Una volta dentro, mi è mancato il fiato. Una delle meraviglie della terra era lì, e io potevo goderne. Ogni parola è qui vana per questo vi chiedo di andarci. Se vi trovate a Venezia, se state visitando la città inseritela nei vostri itinerari, concedetevi un momento di pura bellezza.

Dai dipinti, agli intarsi nel legno fino a quell’incantevole tela del Tintoretto, La Crocifissione: un incredibile luogo dove protagonista è la meravigliosa luce dai toni e dalle sfumature dei rossi…

Un tè alla Serra dei Giardini

Venezia, 1894. Si costruisce un tepidarium di vetro e ferri per ospitare le palme e altre piante decorative utilizzate per l’Esposizione Internazionale di Arte.
Venezia, oggi. Questo luogo ancora esiste, e sembra aver firmato un patto con il tempo.

Una splendida serra di fine Ottocento, immersa nel verde dei Giardini del Castello a Venezia, nell’unica via della città: Viale Garibaldi. Un luogo delicato e fine dove poter gustare il tè delle cinque, meglio ancora se accompagnato da una gustosa fetta di torta.

Un tè in una serra? Non c’è nulla che non va. E’ solo che in questo luogo un po’ magico e un po’ speciale troverete anche una stupenda caffetteria.

La Serra dei Giardini è proprio quella raffinata pausa, quel luogo ameno che tanto si cerca in una giornata indaffarata…

Una serata a Venezia

Ogni volta che vado a Venezia non posso fare a meno di pensare a che la città sia un pesce (cfr Tiziano Scarpa Venezia è un pesce). Così, quando la ferrovia corre in mezzo all’acqua immagino di entrare dentro una grande balena. Come in una di quelle bolle che ti regalano da bambino e che capovolgi per far scendere la neve, Venezia ogni volta mi accoglie misteriosa e piena di fascino. E ogni giorno spalanca le porte a turisti, si lascia fotografare paziente aspettando l’arrivo della sera, quando finalmente tra il buio delle strette calli potrà dispiegare tutta la sua bellezza ed eleganza.

E allora prendi una serata qualsiasi, metti un francese e due italiane a sedere al tavolo di una graziosa osteria in Campo Santa Margherita, e avrai set e protagonisti di una divertente commedia. E quale sarà l’argomento principale? Ma il cibo ovviamente, anche di fronte alle ottime sarde in saor, a seppie con la polenta e al carpaccio di tonno. Una conversazione delicata, ironica combattuta a suon di formaggi, vini e verdure.

Sulla strada del ritorno poi sarà un piccolo ponte o una lucina riflessa nell’acqua a farti innamorare di una serata come tante in una città garbata dove sembra che il cuore batta più forte.

Macerata Ospitale

A Macerata sono legata affettivamente, ho imparato i modi di dire ancora prima di conoscere la città. Ho scoperto questa terra tre anni fa in occasione di Cantine Aperte, quando con tre amiche ci siamo avventurate tra enoteche e tenute vinicole alla scoperte delle splendide colline marchigiane.

Ma fino a quest’estate non mi ero mai arrampicata su per la città. E allora Macerata, difesa da strade con ripidi scalini, ha sfoderato le sue armi migliori: lo Sferisterio e il doloroso canto di Violetta mi hanno rapita.

Ora ci torno, l’8 settembre, per il Festival Macerata Ospitale, organizzato dall’Adam. Una rassegna che arricchirà l’intero mese con spettacoli e eventi gratuiti, filo conduttore l’arte in ogni sua forma e declinazione. Musica, teatro, pittura saranno i protagonisti dei cortili, dei palazzi, dei musei e dei teatri della città. Spazi che la gentile Macerata offre ai suoi visitatori curiosi; e chiaramente lo fa con grande ospitalità.

La gioia in un biscotto: perchè tornare ogni tanto a casa

La cosa più bella in assoluto è scoprire cose nuove a casa propria. E così in un caldo e afoso pomeriggio estivo riminese, quando pensi che non c’è nulla di già visto e già fatto, la tua vicina di ombrellone di Novara ti regala un enorme sacchetto di biscottini.

Mandorle, zucchero e albumi montani a neve: il segreto dei Brutti ma Buoni di Borgomanero. C’è chi dice sia un attentato alla linea, ma come non amare queste deliziose meringhe che ben si sposano con un’amara pausa caffè?

L’amicizia nella campagna toscana

Quando tre amiche si riuniscono per festeggiare una quarta, non può non venire fuori qualcosa di meraviglioso. E se l’amicizia fa rima con relax, buon cibo e ottimo vino, allora datemi un pizzicotto che sto sognando!

Tra i boschi del Casentino, a Poppi, il Resort Tre Baroni è divenuto ottimo alleato delle quattro, che han deciso di vivere un giorno da principesse, lontano dal caos estivo. Ciliegina sulla torta per un weekend incantato: la tecnologia in questo paradiso non ha trovato campo, via telefoni, smartphone e qualsiasi tipo di diavoleria moderna.

E se la notte diventa magica, e l’antico borgo medievale si anima e apre le sue case a vini tipici e degustazioni, all’ombra del maestoso Castello dei Conti Guidi, è proprio allora che penserai che il dipinto sia così perfetto e la magia darà il braccio a risate e scherzi, come solo quattro amiche sanno fare.

Bolitas de Anís

Desde hoy jamás me faltarán bolitas de anís en mi bolso. Puedo encontrar tantas seres humanos pellizcados...”

Una romanticheria

Ogni tanto è bene concedersi una romanticheria, soprattutto se si è lontani da casa e dagli affetti di ogni giorno. Capo Trafalgar serve a questo. Nella città di Barbate, vicino a Cadiz, un tombolo di terra corre verso il mare, in mezzo a una duna lunare. Una favola che si anima al tramonto, quando il sole rosso saluta e se ne va.

A bailar sevillana: Feria de Abril

Il suono dei bracciali che tintinnano in autobus, una miriade di fiori colorati, negozi e bar deserti… Così inizia la Feria de Abril, puntuale come ogni anno, due settimane dopo la Semana Santa e Sevilla tra una jarra de rebujito e una tapita de jamón è pronta a dare il via a una settimana di festeggiamenti.

Non avevo idea di cosa fosse, ma mi è bastato un solo minuto per rimanere letteralmente senza parole. L’intera città si trasferisce all’interno del recinto feriale, con tanto di entrata trionfale, lucine e strade di albero (una particolare terra rossa in grado di macchiare qualsiasi cosa) per passare una settimana all’insegna dell’allegria.

E in un turbinio di danze eleganti e sensuali, tra gli innumerevoli colori di balze e frappe delle gitane, l’odore forte dei cavalli sembra quasi di essere trasportati in un tempo antico e lontano. In una terra dove non esistono telefono e automobili, dove le donne tengono da parte abiti eleganti per il dì di festa e dove ancora, per fortuna, esistono cavalieri che ti invitano a ballare…